Tempo di rallentare
Tempo di rallentare
La frenesia del mondo moderno ci porta a correre costantemente come fosse l’unico modo per inseguire i nostri obiettivi e cercare successo e realizzazione. Vivendo e facendo lo psicologo a Milano, una città che incarna e fa proprio questo ritmo incalzante, ho avuto modo di ascoltare molte storie di persone che lottano contro la frenesia della vita urbana.
Mi raccontano della stessa smania che ci spinge a muoverci sempre più velocemente, a raggiungere obiettivi rapidamente e a perseguire il concetto del “il tempo è denaro”: una mentalità di cui abbiamo fatto tutti esperienza e che sappiamo quanto possa generare ansia e competizione costante in una corsa a tentar di superare gli altri per il raggiungimento del proprio successo.
Nella società contemporanea, siamo costantemente bombardati da messaggi che promuovono la velocità come chiave del successo. E se invece fosse proprio “rallentare” la chiave per raggiungere in maniera più efficace i nostri intenti?
Vedi anche: Affrontare lo stress urbano: consigli di un psicologo a Milano
L’apparente contraddizione tra lentezza e velocità
Partiamo dall’abbandonare l’apparente contraddizione tra velocità/lentezza, successo/insuccesso. Come per ogni dualismo (giorno e notte, alto e basso, pesante e leggero) la psicologia transpersonale ci insegna a riconoscere nella nostra esistenza le polarità complementari e “fare del due l’uno” . E se la contraddizione tra lentezza e velocità fosse solo un’illusione? Questa dicotomia può essere trascesa quando finalmente facciamo esperienza che il vero successo è quello che ci porta verso la realizzazione personale, anziché quello che ci spinge ad agire in modo frenetico. Ecco che rallentare può diventare davvero un alleato potente nel nostro percorso verso il successo e una realizzazione profonda e autentica di noi stessi.
Vedi anche: Fare, fare, fare. E di quello che nel mezzo ci si perde
Il proprio ritmo, il ritmo naturale
In questo viaggio è essenziale riconoscere che gli esseri umani hanno un proprio ritmo naturale, una cadenza, una melodia che è unica per ciascuno di noi. Questo ritmo non è sempre allineato con l’idea frenetica di “velocità” che ci è stata insegnata: quando cerchiamo di forzare noi stessi a operare ad un ritmo diverso dal nostro finiamo per allontanarci da noi stessi sperimentando stress e ansia. Ritornare in contatto con la nostra vera natura significa imparare dalla natura stessa: un fiume è semplicemente un fiume e non può essere nient’altro che se stesso. Rallentare significa riconnettersi a sè stessi, essere in contatto con i nostri bisogni e intenti più profondi per perseguire obiettivi che sono veramente significativi per noi.
Vedi anche: La lumaca: sulla sacralità della lentezza
Qualità, introspezione e presenza
Rallentare ci consente quindi di essere più presenti nella nostra vita quotidiana. Quando ci immergiamo completamente nel momento presente, sviluppiamo una maggiore comprensione di noi stessi e delle nostre esigenze più profonde. Questa consapevolezza può guidarci verso scelte più sagge e autentiche: la qualità delle nostre azioni è spesso più decisiva della quantità. Invece di cercare di compiere il maggior numero possibile di attività in un tempo limitato, rallentare ci permette di mettere più attenzione, cura e presenza in ciò che facciamo. Questo approccio di maggiore consapevolezza porta a risultati più soddisfacenti e significativi.
Rallentare ci offre anche la possibilità di riflettere più attentamente sulle nostre azioni, sulle nostre scelte e sui nostri obiettivi. Questa introspezione ci permette di allineare il nostro percorso con i nostri valori, di fare scelte più consapevoli e di evitare l’automatismo che spesso accompagna la corsa verso il successo esterno.
Vedi anche: L’effetto dell’introspezione attraverso la psicologia transpersonale
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